Contrada Basìsc

Anello giallo

QUOTA: 1417 m. s.l.m.

Poco distante dalla contrada Costo, appare fin da lontano Basìsc, abbarbicata al ripido pendio prativo, minuscola, irraggiungibile e remota. Una sola grande abitazione in muratura col tetto a capanna e la facciata percorsa da una trama di scale e ballatoi in legno, dove è ancora riconoscibile un affresco, risalente al XVI secolo, in cui è raffigurata la Beata Vergine con Bambino. Sul davanti, la baita (stalla e fienile) leggermente staccata e spostata di lato, pare quasi per far spazio all’ampia visuale verso lo sbocco della valle: negli anni ‘50/60 del secolo scorso fu ingrandita e ricostruita in muratura come spesso accadeva in quegli anni (prima, era in legno a blokbau). Vi ha abitato un’unica famiglia, stabilmente fino ai primi anni ’90 del secolo scorso; ora è frequentata solo nella bella stagione ma ancora si riconosce la presenza del montanaro contadino nella fedele manutenzione del territorio. La si raggiunge attraverso un caratteristico sentiero lastricato che parte dalla contrada Pila, supera i ripidi pendii prativi, raggiunge il Costo e da qui in breve la contrada. Da qualche anno, proveniente dal fondo della Val Lunga, mantenutasi all’altezza delle altre contrade a mezza costa, è giunta una strada sterrata che si è fermata poco oltre un canale (il Valgél fosch), senza intaccare la integrità della contrada. L’antichità del nucleo è documentata anche dalla citazione nell’ “inventarium” del 1550 conservato nell’archivio parrocchiale. Spesso vien da pensare alla vita che vi si conduceva e, ai nostri occhi di moderni, si è portati a coglierne una certa visione romantica e idealizzata. Poche contrade come questa suscitano un senso remoto di lontananza, visione mitica dell’esistenza ed equilibrio con l’ambiente che ai nostri occhi, può apparire di una suggestione accattivante quanto non veritiera e contradditoria ma comunque emotivamente forte.