Località Scesùre

Anello giallo

QUOTA: 1500 m. s.l.m.

Ultimo avamposto della valle, ai piedi dell’ampio circo glaciale che la racchiude, li Scesüri, offre uno scorcio tipicamente alpino: al bordo di comodi prati e al limitare degli alti pascoli, fra scure abetaie ed i primi larici, col Tartano che ha assunto la sua fisionomia di torrente e che ancora scorre tranquillo. È certo che gli antichi colonizzatori arrivarono dalla Bergamasca e, qui alle Scesùre in particolare, si colgono bene i due orizzonti geografici e culturali che si contrapposero fin dall’inizio. Da una parte si apriva l’invitante discesa verso lo sbocco della Val Lunga e il nuovo mondo della pianura Valtellinese, per la verità non semplice né agevole (quattro, cinque ore di cammino). Dall’altro, oltre l’imponente chiusura della testata, perduravano i legami amministrativi e parentali che ancora adesso emergono dall’inconscio collettivo della valle. In passato assolse alla funzione di maggengo, residenza temporanea durante il periodo tra aprile/maggio e ottobre/novembre. Una baita in muratura e una in legno a blokbau, una abitazione in muratura ed una cappella votiva mirabilmente inserite nell’ambiente; anche un’altra baita in muratura costruita prima del definitivo abbandono negli anni ’80 del secolo scorso, che rompe l’armonia con il contesto e testimonia dei tempi in cui fu costruita, quando i modelli di riferimento venivano ancora dalla pianura e il principale obbiettivo era quello della modernizzazione della montagna (il territorio è come un libro aperto dove leggere il passato). Il toponimo indica una strettoia e si pensa, nei secoli addietro, quando la Val Tartano si trovava al confine fra vari Stati, possa aver ricoperto la funzione di dogana.

SUOR MARIA LAURA (TERESINA) A TARTANOTartano contrada Scesure

Nel 1931 i genitori di suor Maria Laura, vendettero ogni loro avere e scesero da Tartano per andare ad abitare a Colico. Nella stalla che fu di papà Stefano, c’è una grossa pietra dove è scolpito il saluto dello zio Camillo Gusmeroli, padrino di Battesimo di Teresina, al cognato: “G+Camillo fu Amedeo saluta M.S. 1931 – IX” (anno fascista).